percorso terapeutico

Fermata d’Autobus,
intendendo offrire trattamenti mirati per ogni ospite,
è strutturata secondo un sistema organizzativo che mira a garantire appropriatezza, efficacia, qualità del servizio.

Tutto ciò si traduce in un modello terapeutico organizzato per percorsi pensati per garantire la presa in carico globale dell’ospite che è accompagnato passo, passo, in tutto il suo iter di cura, con una personalizzazione degli interventi.

Presa in carico

La presa in carico avviene sia privatamente sia attraverso il Sistema Sanitario Nazionale.

Ogni richiesta d’inserimento viene presa in esame dal responsabile degli ingressi e discussa dall’équipe terapeutica.

Segue la conoscenza diretta del futuro ospite attraverso incontri e colloqui in modo da poter definire quale delle strutture del circuito Fermata d’Autobus è la più idonea.

Vengono definite alcune giornate di accoglienza nella struttura individuata; se l’esito è soddisfacente viene concordato un periodo di osservazione.
Il periodo di osservazione è di circa 15 giorni durante i quali l’ospite è valutato da un punto di vista psicodinamico e relazionale, per una migliore individuazione dei suoi bisogni.

Se l’esito è positivo, si passa all’ingresso in struttura e all’elaborazione del progetto terapeutico.
- Lo psichiatra della struttura si adopera per un monitoraggio del quadro psicopatologico,
- un terapeuta della famiglia incontra i familiari,
- uno psicoterapeuta lo prende in carico individualmente se ciò è ritenuto idoneo.

Residenzialità: assunzione progressiva di responsabilità

Il periodo di residenzialità si svolge in una delle Comunità di Fermata d’Autobus.
Durante questo periodo viene sviluppato il Programma Terapeutico Individuale nel quale sono indicati obiettivi, tempi e modi del percorso
di riabilitazione.

L’ospite ha la possibilità di scegliere in accordo con il gruppo curante gli operatori di riferimento.
Gli sviluppi del programma sono monitorati costantemente e condivisi sia con i servizi sanitari che hanno indirizzato l’ospite, sia con i familiari.
Durante il periodo in comunità l’ospite può mantenere contatti con l’esterno, sebbene regolamentati dagli operatori, mentre saranno agevolate le relazioni familiari più utili all’elaborazione del vissuto pregresso.

In generale, si può dire, che l’obiettivo di questa prima fase sia il coinvolgimento dell’ospite nella vita quotidiana della casa per un’assunzione progressiva di responsabilità. Inoltre la partecipazione ad attività di laboratorio lo aiuta a trovare nuovi modi per impiegare il proprio tempo e per esprimere se stesso.

Transizione

Quando l’ospite ha acquisito una maggiore autonomia dai sintomi ed è in grado di prendere una certa distanza dalla propria dipendenza, inizia il percorso di transizione. In questa fase gli ospiti sono accompagnati lungo l’erta via dell’emancipazione.
Si tratta di un delicato momento di transizione in cui si deve testare quanto è stato realmente interiorizzato.

Alle occupazioni interne alla struttura se ne possono aggiungere altre esterne e dove possibile, vengono recuperate relazioni ed attività interrotte durante le fasi di maggior malessere.

I colloqui individuali e i gruppi psicopedagogici mantengono un ruolo fondamentale e aiutano l’ospite a riflettere su tutti gli aspetti della sua “emancipazione”: la cura di se stesso, dei suoi spazi, la gestione del denaro; inoltre lo aiutano a riconoscere eventuali segnali di disagio e a chiedere tempestivamente aiuto.

L’obiettivo principale è quello di aiutare il soggetto a ricercare il piacere e a gestire il proprio tempo libero senza mettere in atto le modalità distruttive precedentemente utilizzate.

Reinserimento

Lo strumento più funzionale a un corretto reinserimento nel contesto sociale è quello del Gruppo Appartamento, un luogo in cui l’ospite viene posto nella condizione di gestire la propria quotidianità in modo sempre più autonomo.

All’interno del Gruppo appartamento la presenza degli operatori non è costante; dunque diventa indispensabile per l'ospite saper sfruttare le competenze precedentemente apprese.

Vengono intensificati gli interventi psicoterapeutici e le attività esterne. In un’ottica di co-progettazione del futuro reinserimento sociale
dell’ospite la collaborazione con gli Enti Pubblici e con la famiglia è centrale.

Conclusione

La sosta nel circuito di Fermata d’Autobus giunge alla sua conclusione quando l’ospite ha recuperato un buon equilibrio
e soprattutto la capacità di gestire gli eventuali momenti di crisi.

Per aiutare il paziente a percorrere l’ultimo tratto di strada che lo condurrà oltre Fermata d’Autobus, fondamentale è il ruolo della famiglia che deve essere orientato a contenere ed elaborare i differenti vissuti che la conclusione del programma può suscitare.

Parimenti è necessario tracciare una rete di collaborazione con gli Enti Pubblici per strutturare un eventuale programma di cura esterno e aiutare l’utente a reperire, qualora mancasse, una soluzione abitativa adeguata e un’occupazione.